Un paziente molto speciale

“La Resurrezione” di Andrea Mantegna è entrata in Humanitas Gavazzeni per sottoporsi ad indagini diagnostiche. Scopo: preparare il restauro e trovare nuove prove per validare l’attribuzione del dipinto.

Dopo la straordinaria attribuzione della tavola a uno dei grandi maestri della pittura italiana, Accademia Carrara si è preparata al restauro de La Resurrezione, datata grazie ai recenti studi al 1492 circa. Le indagini, coordinate dal responsabile della Diagnostica per Immagini di Humanitas Gavazzeni, hanno permesso di orientare il lavoro di pulitura e restauro.

Il primo esame: la Radiografia (RX)

La radiografia (RX), o esame radiologico, è un’indagine diagnostica che utilizza onde elettromagnetiche, i raggi X, in grado di attraversare i corpi e di essere misurate da un sistema fotosensibile, analogamente a un sistema fotografico. Le immagini radiologiche rappresentano quindi il differente grado di assorbimento che subiscono i raggi X attraversando i diversi tessuti (per esempio ossa e tessuti molli) Nel caso della tavola di Mantegna l’obiettivo dell’indagine radiologica era indagare la tecnica usata dal pittore, far emergere eventuali stesure sottostanti, oltre a valutare la presenza di anomalie del supporto ligneo, quali chiodi, fratture o cunicoli di tarli. Il compito dei tecnici di radiologia di Humanitas Gavazzeni è stato calibrare opportunamente il fascio di raggi X (settando Kv e mAs, cioè Kilovolt e milliAmpere/secondo) in base allo spessore della tavola lignea (7-8 mm) e alla densità ovvero la opacità dei pigmenti usati da Mantegna per La Resurrezione di Cristo, in particolare dei pigmenti con base metallica. Tecnologie all’avanguardia, a bassa dose, ormai ampiamente utilizzate sui pazienti, ma che ben si prestano alle analisi dei reperti artistici. Le apparecchiature radiologiche restituiscono infatti un’ottima qualità delle immagini con il minor impatto, grazie alla possibilità di controllare minuziosamente la dose di raggi X, oltre che di elaborare le immagini dopo la loro produzione.

Il secondo esame: la Tomografia Computerizzata (TC)

La TC (Tomografia Computerizzata) è una metodica di diagnostica per immagini che, utilizzando le radiazioni, è in grado di rappresentare il corpo umano in sezioni (tomografie) eseguite secondo piani assiali, cioè con tagli trasversali dalla testa ai piedi. Il tubo radiogeno, l’elemento che emette i raggi X, ruota attorno al paziente, sdraiato su un lettino che si muove orizzontalmente. Con la TC gli esperti hanno ottenuto la ricostruzione in 3D del supporto ligneo utilizzato da Mantegna, alla ricerca di irregolarità e possibili tarlature del legno, ma anche al fine di verificare presenza e precisa morfologia di eventuali parti metalliche. Anche in questo caso, il supporto di macchinari ad alta precisione fa la differenza: in Humanitas Gavazzeni la TC ha un sistema di imaging che consente di valutare perfettamente anche i più fini dettagli, ottimizzando tempi e qualità delle diagnosi. In anticipo rispetto alla direttiva europea del 6 febbraio 2018 in materia di radioprotezione, già dal 2017 alle TC di Humanitas Gavazzeni è applicato il sistema Dosewatch, che permette, ad esempio, di ridurre le dosi di radiazione ionizzanti fino al 40% negli studi a livello encefalico. Una riduzione di dose di cui beneficiano pazienti e operatori, al fine di ottenere un sempre migliore equilibrio tra qualità dell’immagine e dose radiogena erogata.

IL TERZO ESAME - INEDITO - SUL MANTEGNA: LA TOMOSINTESI

La Tomosintesi è una recente tecnica diagnostica che utilizza Raggi X a bassa dose per produrre immagini dei tessuti secondo strati sottilissimi (tomografie) ad alta risoluzione, immagini successivamente utilizzabili per ricostruzioni bi o tridimensionali dei tessuti stessi. È attualmente la tecnica di riferimento per studiare organi di dimensioni relativamente ridotte nei quali è necessario valutare dettagli inferiori al decimo di millimetro (50-100 micron), come avviene nell’area della prevenzione senologica. L’esame è stato applicato alla tavola del Mantegna nella speranza di visualizzare e studiare in modo selettivo lo strato pittorico sulla superficie della tavola, isolandolo dagli strati lignei sottostanti, al fine di riconoscerne dettagli non visibili alla normale valutazione ottica.

La sfida maggiore posta dalla Tomosintesi era rappresentata da un limitato campo di vista (29×24 cm) che ha condizionato la necessità di eseguire quattro acquisizioni per lo studio dell’opera nella sua interezza (48×37 cm).

 

Immagini della radiografia

Le novità

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