Jacobello di Antonello da Messina

Messina 1456 circa – Venezia (?) 1488

Madonna col Bambino

1480

Olio su tela 66 × 46,5 cm

Collezione Giacomo Carrara, 1796

Originale

Accademia Carrara
Sala 2

Riproduzione

Humanitas Gavazzeni
Cappella

La Madonna e il Bambino sono stretti in un abbraccio pieno di affetto, racchiusi nello spazio di un loggiato che si affaccia su un paesaggio florido e sconfinato, descritto in modo minuzioso, come si usava nella pittura fiamminga di quel tempo.

Sguardi umani, misteri divini

La loro natura divina è sottolineata da un drappo scuro, bordato di rosso, sul quale si stagliano i corpi bianchissimi, illuminati da un fascio di luce che irrompe da sinistra.

Entrambi i personaggi rivolgono uno sguardo benevolo verso lo spettatore. Il Bambino, dolcissimo, è affettuosamente trattenuto dalla madre e pesca alcune ciliegie da una ciotola di vetro che la Madonna tiene nella mano sinistra: un dettaglio simbolico e di strepitoso realismo realizzato con grande maestria.

Gesù è dipinto con la mano destra nel gesto della benedizione, abbigliato con una tunichetta aperta sui genitali per rendere visibili le sue fattezze umane e illustrare il mistero divino dell’Incarnazione.

Simboli della passione

Altri elementi simbolici arricchiscono la scena: il cuscino purpureo su cui giace il Bambino allude alla Passione, così come la collanina di corallo che porta al collo. In tempi antichi i preziosi rami sanguinei del corallo erano considerati dei talismani scaramantici ed era uso comune donarli ai neonati per garantire loro un futuro sano, lontano dalle insidie del male, fisico e spirituale.

Figlio d'arte

Il dipinto è stato oggetto di ampio dibattito per gli studiosi: si tratta dell’unica opera firmata e datata (1480) dal figlio di Antonello da Messina, Jacopo, e dunque un termine di riferimento imprescindibile per le nuove attribuzioni. Nella tavola della Carrara Jacopo riprende alcune idee del padre, dal quale nel febbraio del 1479 aveva ereditato la bottega, impegnandosi inoltre a completare le opere rimaste incompiute: lo scarto qualitativo riscontrabile in alcune parti del dipinto ha fatto pensare a una prima stesura dell’opera da parte di Antonello, al quale sono state riferite le parti migliori, come i gesti inusuali e arditi delle mani, i dettagli naturalistici della capigliatura riccia, la tridimensionalità del manto blu metallico e il chiaroscuro nel volto della Vergine.

Per quanto risulti difficile stabilire se il maestro messinese possa aver messo effettivamente mano alla Madonna della Carrara, nel recente catalogo del museo l’opera è assegnata al solo Jacopo che rende omaggio al padre definendolo «non umano» in un cartiglio pittorico apposto nell’angolo destro della tavola, con allusione al suo genio inimitabile.