Francesco di Simone da Santacroce

Santa Croce? 1470/1475 circa – Venezia 1508

Annunciazione

1504

Olio su tavola 188,5 × 164,5 cm

Acquisto dalla chiesa parrocchiale di Sant’Alessandro a Spino al Brembo, 1868

Originale

Accademia Carrara
Sala 2

Riproduzione

Humanitas Gavazzeni
Corridoio uffici

Humanitas Castelli
Ingresso Cappella

L’Annunciazione è ambientata in un interno domestico definito da una prospettiva rigorosa e da pochi elementi di arredo che si articolano nello spazio come geometrie solide. Le grandi travi rosse del soffitto fanno da contrappunto al pavimento a scacchiera e indirizzano l’occhio dello spettatore verso il centro della scena, dove idealmente si incontrano le diagonali del giglio offerto dall’angelo alla Vergine e dei raggi dorati emanati dalla colomba, immagine dello Spirito Santo.

Simboli divini

I tre fiori candidi, che alludono alla purezza di Maria e alla Trinità, sono il centro del dipinto, dove lo sguardo viene indirizzato.

Affidarsi

L’angelo fa irruzione nella stanza con l’eleganza e la grazia di un danzatore, rivolgendo un saluto alla Vergine con riverenza. Maria china il capo in segno di umiltà, mentre ancora stringe il libricino di preghiere che stava recitando, affidandosi completamente alla volontà divina. Ai piedi dell’inginocchiatoio un cardellino prefigura la futura passione di Cristo.

Scorci veneziani

La raffinata bifora sul fondo della scena, decorata con motivi vegetali e arricchita da un vaso con una piantina di Bosso, si apre su una veduta di Venezia (così come appariva all’inizio del Cinquecento), dove si può riconoscere la chiesa di San Francesco alle Vigne.

Una rara testimonianza per i Santacroce

Il dipinto era stato eseguito nel 1504 per l’altare dedicato alla Vergine nella chiesa parrocchiale di Sant’Alessandro a Spino al Brembo, località nei pressi del borgo di Spino, dove si pensa che l’artista sia nato.

Per la presenza di firma e data, l’opera costituisce una rara testimonianza della produzione di Francesco di Simone da Santacroce. Risulta infatti essere il lavoro più antico conosciuto dell’artista, ma probabilmente fu dipinto da Francesco di Simone verso i trent’anni.

L'arrivo in Carrara

Negli anni successivi all’Unità d’Italia, quando le istituzioni locali erano impegnate al recupero e alla riscoperta della propria tradizione storico-artistica, la tavola l’Annunciazione arriva in Carrara (1868), dando avvio alla riscoperta e rivalutazione di questa famiglia di artisti provenienti dalla Val Brembana.

La trattativa con gli amministratori della parrocchiale di Spino al Brembo, mossi alla vendita per difficoltà di bilancio, prese il via il 2 aprile 1867. Nella corrispondenza relativa alla negoziazione si conserva un documento molto interessante: una lettera di Pasino Locatelli, insegnante di italiano presso il Liceo Classico Paolo Sarpi di Bergamo, nonché giornalista e studioso di arte locale, rivolta all’allora presidente della Commissarìa dell’Accademia Carrara (organo che amministrava il museo), Ottavio Lochis. Nella lettera Locatelli caldeggia l’acquisto del dipinto, descrivendolo con queste parole: «Ho saputo che fu portata a Bergamo la tavola di Francesco Rizzo da Santacroce rappresentante l’Annunciazione di Maria […] sento che si vuol venderlo; e credo che sarà cosa felicissima, perché è genere di pittura ricercatissimo […] e basta vederlo una volta per ristare incantati dalla semplicità e soavità tutta religiosa, che traspirano dalle due figure dell’Angelo e di Maria».

Custodire il ricordo

Prima di consegnare il dipinto al nuovo proprietario, la parrocchiale di Spino al Brembo affidò al pittore Giuseppe Rillosi l’esecuzione di una copia da collocare nella chiesa di Sant’Alessandro, dove tutt’oggi si conserva.